Custodire la Parola – 20/06/2015

2 Corinzi 12,1-10 e Matteo 6,24-34
Ti basta la mia grazia!

Questa è la solenne promessa di Gesù a Paolo, rispetto alle sue preoccupazioni, al suo affannarsi, alle sue fatiche. La vita del discepolo ha bisogno, per essere tale, di ricollocarsi ogni giorno rispetto alla promessa di Gesù. Il rischio di caricarsi dell’affanno e della fragilità è normale, ma non è normale che la quotidiana “pena” possa logorare e distruggere la relazione con il Signore. La grazia promessa, ci raggiunge nell’esperienza stessa del “regno di Dio” che viviamo nel quotidiano. Se io prego nella mia giornata, vedrò la mia fatica ma anche il Signore che fatica con me; se la carità cioè l’amore precedono il mio egoismo, imparerò a riconoscere e a vantarmi delle conseguenze dell’amore; se la verità delle scelte precede la fragilità, la giustizia non sarà più un ideale da raggiungere, ma una una esigenza che ti si autoreclama.
Ti basta la mia grazia, per dare pienezza alla tua umana esistenza, per renderti vero discepolo.