2 Corinzi 11,18.21b-30 e Matteo 6,19-23
Mi vanterò anche io!
La Parola non si innesta provvidenzialmente nella vita; la Parola racconta già la tua vita. Questa è l’esperienza di San Paolo ed è il senso “primo ed ultimo” della Parola che è Gesù. Noi spesso usiamo la Parola strumentalmente, e raramente lasciamo alla parola lo spazio di raccontarci chi siamo e cosa siamo. Devo imparare a riconoscere che la Parola “narra la vita”.
2 Corinzi, oggi, narra la reazione di Paolo di fronte all’ingratitudine della comunità, che lui comunque ama più di se stesso. Paolo raccoglie “il suo vanto” non come atto di accusa ma come consapevole riconoscimento che ciò che la Parola a generato non può avere un riscontro umano, ma ha tesorizzato nel cielo. Si un tesoro nel cielo, lì dove la Parola conduce la nostra vita di discepoli del Signore, della Parola.
A partire da me stesso non potrò mai arrivare al cielo; ma se riconosco nella Parola la potenza di Dio, allora tutto diventa per me chiarore e luce del cuore. La vita ha occhi per l’uomo di terra, la Parola dischiude lo sguardo del cielo.