2 Corinzi 11,1-11 e Matteo 6,7-15
Annunciamo il Vangelo, amando!
La follia di Paolo è quella di pensare alle comunità da lui fondate come il dono da offrire al Signore. Paolo vede come l’annuncio del Vangelo e il radicamento nella vita è continuamente sottoposto a opposizioni e a resistenza: la tentazione di abbandonare, di scegliere altri ideali, di lasciarsi sedurre dalla concupiscenza e vanità del mondo.
Chi annuncia il Vangelo soffre e sente come l’annuncio stesso ha bisogno di una cura particolare: umiliare se stessi per amore della comunità che si sta generando nel Vangelo.
Comprendiamo quindi, che predicare il Vangelo non è la comunicazione di una dottrina nuova e bella, ma è veramente un annuncio attraverso la vita personale, fatto di passione, vicinanza, relazioni, scontri, richiami, gratificazioni e riconoscimenti.
Credo che questa, tra le espressioni di San Paolo, sia tra le più cariche di umanità e passione apostolica: “Com’è vero che c’è la verità di Cristo in me, nessuno mi toglierà questo vanto in terra di Acaia! Questo perché? Forse perché non vi amo? Lo sa Dio!”
Questa è la più bella dinamica che muove l’evangelizzazione: l’amore per le comunità che fioriscono in forza del Vangelo.