Custodire la Parola – 23/05/2015

Atti 28,16-31 e Giovanni 21,20-25
Una parola incontenibile!

Il Vangelo di Giovanni si conclude con una nota del redattore, che mette in evidenza la genialità di questo Vangelo: non è una biografia e nemmeno la cronaca di alcuni avvenimenti; se l’evangelista avesse avuto un interesse storiografico, il Vangelo sarebbe stato molto, molto più lungo. Che cosa vuole essere il Vangelo di Giovanni? Una testimonianza vera! Un narrare come il discepolo amato è il prototipo della relazione piena e profonda tra l’uomo e il Figlio di Dio fatto carne. Il Vangelo testimonia come il Dio con noi, atteso e sperato è una realtà così concreta che al discepolo amato è stato possibile posare il capo sul suo cuore. Questa relazione di amicizia con Gesù è talmente importante che entra nella categoria di ciò che è umano e la rende capace di ciò che è divino. “E il verbo si fece carne e venne a dimorare in noi” (Gv 1,14) … “Vieni Signore Gesù” (Ap 22,20)