Come sempre, ci aspettiamo tanto da voi. Sono le parole con cui il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha chiuso l’omelia della Santa Messa celebrata domenica mattina a conclusione della XIV assemblea nazionale AC. Parole che suonano come ulteriore incorragiamento da parte dei vescovi italiani nei confronti dell’Azione Cattolica, a maggior ragione in un decennio che proprio loro hanno dedicato all’educazione, tema centrale non da oggi per la nostra associazione.
Dopo che la discussione degli emendamenti si era protratta fin oltre l’una la sera prima, domenica restava solo da approvare il documento assembleare definitivo e ascoltare la lista degli eletti nel nuovo consiglio nazionale. Elemento positivo è stata l’affluenza alle urne: dei delegati aventi diritto, si è presentato a Roma a votare il 92%. Dato che speriamo essere di buon auspicio anche al di fuori dei “nostri confini”. L’attenzione alla formazione politica e sociale, che contraddistingue un’associazione come la nostra, non deve mai essere data per scontata; va promossa su basi qualitativamente alte e il più diffuse possibile, secondo il presidente Franco Miano. Pensiero condiviso da Anna Dal Pozzo, presidente diocesano di Imola: “L’assemblea nazionale è sempre un momento di grazia per l’AC. Ribadiamo pubblicamente il nostro carattere di associazione democratica, che condividendo il fine apostolico generale della Chiesa, si spende apertamente per la società. In questo senso ho molto apprezzato il messaggio che ci ha rivolto il Presidente Napolitano, che ha ricordato come l’AC da sempre sia un importante componente del tessuto sociale del Paese, operando senza chiusure pregiudiziali.”
Oltre al presidente diocesano, da Imola erano presenti altri 3 delegati, 1 uditore e un componente della commissione elettorale, Marco Maccolini, giunto al termine di un triennio speso in centro nazionale a servizio del Msac.
Anche Daniele Fabbri, delegato per l’ACR, ha sottolineato come sia stato l’aspetto della democraticità ad averlo colpito maggiormente in quest’assemblea; una democraticità che è elemento fondamentale per spiegare la dedizione con cui l’AC si adopera per la Chiesa e il mondo.
Rossella Pani, delegata Giovani, è stata colpita particolarmente dal clima amichevole e famigliare, di gente che si vuole bene e che condivide il desiderio di prendersi a cuore le generazioni come impegno educativo serio.
Floriano Galeotti, delegato del MLAC, ha invece espresso il suo pensiero sull’assemblea con quello che potrebbe essere definito un aforisma marzulliano: “Una fatica ricca!”
In fondo è proprio quello che sperimentiamo nell’impegno quotidiano nelle nostre parrocchie; spendiamo tante energie, ma è primariamente lì che impariamo a vivere la fede e amare la vita.