Le riflessioni per il periodo estivo di Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana – Possiamo dirlo senza la preoccupazione di essere retorici: siamo in una stagione nuova. E ogni tempo nuovo va letto utilizzando, contemporaneamente, tre fili conduttori. Quello della continuità con il tempo precedente. Quello della cesura netta con gli errori più gravi della vecchia stagione. E quello – il più importante di tutti – del “vino nuovo in otri nuovi”. Ovvero: il cambiamento non è solo un’evoluzione o una reazione rispetto al passato, è anche e soprattutto lo sforzo di introdurre stili, linguaggi, temi e priorità vicini al vissuto degli uomini e delle donne in carne ed ossa.
La stagione assembleare che partirà nelle parrocchie con la ripresa di settembre/ottobre, e che si concluderà con l’Assemblea nazionale della prossima primavera, non può non tenere conto di questo mutato contesto ecclesiale e sociale. L’Ac è chiamata a rafforzare la radice buona, ad ammettere con serenità e sincerità i limiti che ne frenano il potenziale, e soprattutto a rileggersi come realtà associativa adatta a parlare alle persone del terzo millennio. Papa Francesco ci sta dando una grande mano: quel parlare che torna semplice e alla portata di tutti, il ritorno della “misericordia” come categoria centrale della vita buona del Vangelo, i “poveri” come priorità assoluta di ogni azione politica, la “missione” come sforzo unico della Chiesa intera, le “relazioni” come via di umanizzazione. Molte di queste cose sono nel Dna dell’associazione: lo sforzo deve essere quello … continua