Ecco faccio una cosa nuova

Ecco il contributo sulla giornata di ritiro quaresimale rivolto ad adulti, alle famiglie e alle giovani coppie svolto domenica 17 marzo con la teologa Rosanna Virgili a Toscanella.

<<La fedeltà è sempre un cambiamento, un fiorire, una crescita. Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è fedele. È la dottrina cattolica>>

Ho capito bene il significato di queste parole, pronunciate da Papa Francesco pochi giorni dopo la sua elezione,  grazie all’incontro di domenica 17 marzo, organizzato a Toscanella dall’Azione Cattolica imolese. Questa giornata di ritiro quaresimale rivolto ad adulti, alle famiglie e alle giovani coppie della nostra diocesi, è stata animata dalle parole della teologa Rosanna Virgili, che ci ha guidati fin dentro le letture di quella QUINTA  domenica di quaresima.

Nella prima lettura il profeta Isaia (43, 16-21), memore della potenza di quel Dio che ha liberato il popolo ebreo dalla schiavitù, esorta Israele a cercare <<nel deserto una strada nuova>>, quindi a non fossilizzarsi sul ricordo di ciò che avvenne in passato, ma guardare oltre…

anche oltre il decalogo che Dio consegnò a Mosè.

Nel Vangelo di Giovanni 8, 1-11, il famoso episodio dell’adultera ci spiega questo oltre: qui infatti Gesù fa <<una cosa nuova (…): non ve ne accorgete?>>. Gesù reinterpreta con amore il VI comandamento  e trasforma la legge d’Israele in una legge che salva! La legge di Gesù non lapida i peccatori, non ti chiude la porta lasciandoti solo nel tuo peccato, ma ti viene a prendere come un figliol prodigo, una pecorella smarrita, come una adultera… insegna a vedere la strada giusta aprendo nuove porte.

Rosanna ci spiega che SECONDO QUALCUNO la legge di Mosè è per i soli ragazzi, a cui bisogna insegnare cosa è bene e cosa è male… ma per un adulto le leggi non bastano, sono troppo poco! Come sostiene San Paolo nella II lettura (lettera ai Filippesi 3, 8-14), essere tradizionalisti è come avere un sacco sulle spalle, che ci  rende meno liberi di muoverci: circoncisione, idolatria e così tutto l’impianto dogmatico della legge è <<spazzatura>>.
Un adulto non deve limitarsi al rispetto di alcuni precetti o usanze, ma deve vivere la fede facendola fiorire ogni giorno.

Penso allora a quanto sia difficile essere fedele agli insegnamenti di Cristo, fedele alla tradizione ma non tradizionalista. Quante volte, in nome della legge, ci facciamo scribi e farisei giudicando gli altri? Quante volte i Sacramenti dividono le persone e non creano unità?  <<Chi è senza peccato scagli la prima pietra>>: scribi e farisei, dall’alto della loro superbia, scendono allo stesso livello dell’adultera… e noi siamo lì con loro, tutti peccatori, e ci viene detto <<Va’ e non peccare più>>.

Penso anche a Papa Francesco: mi pare stia offrendo un’immagine non tradizionalista, dalle scarpe ai saluti, dalla messa non in latino al prendere l’autobus, ma di certo è legato alla tradizione cristiana, ovvero alle radici della nostra fede.

Insomma, Gesù ci chiede un’adesione piena al suo unico comandamento: amare, amare e ancora amare…  senza confini, senza leggi.  << È la dottrina cattolica>>.

“La fedeltà è sempre un cambiamento, un fiorire, una crescita. Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è fedele. È la dottrina cattolica”

Ho capito bene il significato delle parole pronunciate da Papa Francesco dopo la sua elezione, al ritiro quaresimale per  adulti, famiglie e giovani coppie della diocesi, animato dalla teologa Rosanna Virgili, che ci ha guidati nelle letture della V  domenica. Nel Vangelo di Giovanni, nell’episodio dell’adultera, Gesù fa “una cosa nuova: non ve ne accorgete?”: trasforma la legge d’Israele in una legge che salva! La legge di Gesù non lapida, ma viene a prenderci come un figliol prodigo, una pecorella smarrita, un’adultera… insegna a vedere la strada giusta aprendo nuove porte.

Rosanna ci spiega che secondo qualcuno la legge di Mosè è per i soli ragazzi, a cui bisogna insegnare cosa è bene e cosa è male… ma per un adulto le leggi non bastano, sono troppo poco! Come sostiene San Paolo nella II lettura, essere tradizionalisti è come avere un sacco sulle spalle, che rende meno liberi di muoverci. Un adulto non deve limitarsi al rispetto di alcuni precetti o usanze, ma deve vivere la fede facendola fiorire ogni giorno.

Penso a quanto sia difficile essere fedeli agli insegnamenti di Cristo, in maniera non tradizionalista. Quante volte ci facciamo scribi e farisei giudicando gli altri? Quante volte i Sacramenti dividono le persone e non creano unità?  “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”: scribi e farisei, dall’alto della loro superbia, scendono allo stesso livello dell’adultera… e noi siamo lì, tutti peccatori, ma ci viene detto “Va’ e non peccare più”. Penso anche a Papa Francesco: mi pare stia offrendo un’immagine non tradizionalista, ma di certo è legato alla tradizione cristiana, alle radici della nostra fede.

Gesù ci chiede un’adesione piena al suo unico comandamento: amare, amare e ancora amare, senza confini, senza leggi.

Elena Morotti e Luca Spadoni