Il 28/2 in Piazza San Pietro a salutare Papa Benedetto c’era anche un gruppo di imolesi guidati da Gabriele Bertozzi, neo-presidente parrocchiale di San Giovanni Nuovo.
GRAZIE DI TUTTO!
La gratitudine è stato proprio questo il motivo, la molla, che mi ha spinto a spendere un intero giorno della mia vita per andare a Roma, accompagnato da un gruppo di diciotto amici (non pensavo potessero essere così tanti) che evidentemente la pensavano esattamente come me.
Mercoledì mattina partiamo! Sveglia alle quattro più o meno per tutti e nell’incontro in stazione il primo denominatore comune: il sorriso. Tutti eravamo allegri, contenti direi. Durante il viaggio in treno uno stormo di chiacchiere, più o meno serie, con la consapevolezza che tutti sapevamo cosa andavamo a fare.
Poi la metro, la quasi corsa fino alla piazza già piena e poi l’attesa.
Finalmente Benedetto XVI entra in piazza sulla sua auto e passa abbastanza vicino a noi: felicità! Lo possiamo vedere da vicino. Lo sai Joseph che siamo qui per te!
Poi le parole: ho provato di ascoltare il più attentamente possibile, in Piazza S. Pietro non è mai facile. Di sicuro le parole del Papa hanno incontrato il nostro scopo: un susseguirsi di ringraziamenti a noi che invece eravamo venuti a ringraziare Te. Che sorpresa!
E’ stato molto bello che le prime parole ci ricordassero come la Chiesa sia viva e la giornata ne era la prova: in centocinquantamila in piazza a portare il proprio saluto ad un uomo che ha avuto il coraggio e l’umiltà di riconoscere i propri limiti e che per amore verso quella stessa Chiesa rinuncia alla sua carica; non per abbandonarla ma per continuarla a seguirla in maniera diversa. Con la preghiera.
Altro richiamo importante: “La barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce”; sono le parole che più di tutte mi sono rimaste impresse: al di là degli uomini, dei sacerdoti, dei vescovi o del Papa, la Chiesa è prima di tutto corpo di Cristo e da Lui ne ha inizio e fine, a prescindere dagli uomini e dai loro incarichi: un altro richiamo all’umiltà.
L’udienza è finita con la benedizione e la piazza ha cominciato a svuotarsi; noi invece non avevamo evidentemente voglia di andarcene da lì. Come S. Pietro pensavamo a quali tende potevamo costruire perché il momento non finisse; abbiamo fatto dei bans in cerchio a voler ribadire la nostra identità.
A questo punto il mio “Grazie di tutto”; prima di tutto a Joseph Ratzinger ma anche a tutti i miei straordinari compagni di viaggio.
Gabriele Bertozzi