Il pellegrinaggio in Terrasanta, per un cattolico, è il viaggio della vita. Prima di partire molte persone che conosco mi han augurato le cose più varie: dalla mia collega che mi dice “Chi ci è stato mi ha detto che è un posto magico”, alla mia famiglia felicissima per questa mia esperienza ma in apprensione a seguito degli scontri di un mesetto fa. Altri mi han invitata a “toccare tutto” fino a chi, infine, ha vissuto in prima persona un viaggio così e mi ha detto con gioia e fermezza che quando si torna a casa non si è più gli stessi.
Adesso sono a Gerusalemme dopo essere stata a Nazareth, poi sul Lago di Tiberiade, Cafarnao, Betlemme ecc… e a me sembra di essere via da un mese: il tempo si dilata, i luoghi da visitare sono infiniti e tutto è a portata di mano e di cuore.
Pensando a ciò che mi è stato augurato mi sento di dire che qui non c’è nulla di magico ma è tutto molto vero. L’impatto con queste culture per me,che ho sì viaggiato ma sempre in città europee, è fortissimo, scardina la mia mentalità occidentale.
Questa è la terra di Gesù, la terra della Promessa. Ho provato a stare in questa certezza col cuore spalancato e cercando di andar dietro all’intuizione che la promessa di Dio non è solo per il popolo di Israele ma è una promessa di fedeltà e di eternità che, in Gesù, fa a me e a ciascuno.
La cosa che fin da subito mi ha spiazzata è quel “HIC”, quel QUI che risuona in ogni dove. È solo una parola ma essa fa cambiare tutto e mi viene da pensare a quanto sia concreta la Sua presenza nella mia quotidianità.
In questi giorni ho sperimentato il dono grande di toccare con mano, con lo sguardo e con tutta me stessa la verità. Ultimamente mi sono interrogata molto su cosa essa sia per verificare nel profondo se davvero Gesù è verità per la mia vita. Camminando su questa terra sto capendo che tale ricerca non è frutto di un sentimentalismo ma è un bisogno sempre più urgente. Nella terra della promessa c’è una verità di fondo che abita ogni luogo, ogni persona incontrata e ogni esperienza…e davanti a ciò il mio cuore, come un radar, trova la giusta corrispondenza.
Questa consapevolezza che sto trovando non risparmia dalla fatica di stare dentro alle situazioni fino alla fine. Ieri ad esempio abbiamo ricordato la Via Crucis sulla Via dolorosa. Bene, la Via dolorosa ospita il mercato di Gerusalemme (un mercato arabo vero, non pensate ai nostri mercati cittadini!) e quel che regna è il caos! Mentre stiamo facendo memoria dell’incontro di Gesù con la Veronica arriva un giapponese a fare delle foto e un altro che desidera ardentemente venderci 15 cartoline a un euro (un vero affare!); arriviamo al Santo Sepolcro per le ultime stazioni e veniamo sballottati da una parte all’altra perchè deve cominciare la processione…tranquillità zero! Però, a ripensarci bene, non poteva andare meglio di così. Sarebbe stato davvero troppo facile fare tutto con calma e nel silenzio e cullare i miei stereotipi. Gesù duemila anni fa ha vissuto la Sua Passione nello stesso rumore e io, oggi, posso scegliere se stare con Lui, posso esercitare la mia libertà.
Diventa sempre più chiaro ciò che successe al profeta Elia: la presenza del Signore non arriva nella vita come un terremoto ma come il soffio di un vento leggero… nel marasma generale di questo posto Dio è presente in modo potente e discreto affinchè io possa aderire a Lui.
Questa mattina abbiamo celebrato la Messa al Santo Sepolcro: partire dal nostro alloggio così presto (alle 4.30) quando ancora tutto dorme (questa volta abbiamo fatto prima noi del muezzin!) mi ha fatto ripensare alle donne che, all’alba della mattina di Resurrezione, vanno alla tomba del loro Signore. È disarmante, ma il sepolcro è davvero vuoto! Bella forza, lo sapevo già! Ed invece no. Chinare il capo, inginocchiarmi e accarezzare la lastra che ha ospitato il corpo di Cristo morto e risorto mi ha fatto prendere ancora più coscienza del fatto che io sono stata pensata e amata da sempre…e fatta per risorgere con Lui.
Domani torniamo a casa. Partivo col desiderio di ringraziare per quello che il Signore, con la sua benevolenza, mi dona ogni giorno. Ora posso dire che non devo aver paura di nulla e che non devo preoccuparmi perchè Gesù ha vinto la morte e Lui è con me, sta dalla mia parte.
Venire qui non è un’esperienza simile ad un fuoco che poi rischia di spegnersi. È molto diverso, è scoprire la Verità che piano piano scava dentro di te pazientemente… e fa scoprire che la promessa di Dio non è lontana ma si sta già compiendo.
Una giovane pellegrina