La salita al Santo Sepolcro dal nostro ostello la faccio in fretta: mi sono attardata a sistemare un po’ le mie cose e gli altri mi aspettano. Sono emozionata, sto per visitare il Santo Sepolcro..sì va bene ieri ci sono passata al volo, ma quella non conta…era solo curiosità..
Arriva Piotr, il prete polacco (dobbiamo dirlo molto molto bello) che ci accompagnerà nella visita e entriamo, mi impongo il silenzio, voglio farlo anche attorno a me..soprattutto quando un gruppo di indiane mi spintona per superarmi sulla scala che porta al Calvario o la coreana di fianco a me chatta su skype con il suo smartphone.
Decido di fidarmi e di lasciarmi guidare, anche quando Piotr ci invita a toccare la pietra dell’Unzione come gesto per iniziare il pellegrinaggio: mi torna in mente una mattina a Padova con un amico frate che spiega il perchè del toccare la tomba del Santo a me che arrivata dopo più di cento chilometri fatti a piedi a Santiago non ho toccato nemmeno l’albero di Iesse (insomma non è nel mio set di espressioni della fede), quel frate l’ho appena sentito per sms..il caso non esiste, tocco!
Poi saliamo al calvario e lì la nostra guida ci invita a portare sul Golgota tutte le persone che ci hanno chiesto una preghiera. Mi fermo, scorro nella mia mente la “lista”…quante persone, non voglio dimenticare nessuno. Aspetto a mettermi in fila per toccare il monte attraverso il buco sotto l’altare…tocco ancora la terra, fredda, liscia che racconta la fede di milioni di pellegrini in questo luogo…
Il pellegrinaggio continua e ci mettiamo in fila per entrare al Sepolcro. Qui don Piotr ci racconta storie di conversione ma soprattutto ci richiama alla prima cosa che ci ha detto fin da fuori questo luogo: qui non troveremo Dio, molte persone hanno trovato la fede, altre l’hanno riscoperta e tutto questo entrando in un sepolcro vuoto…questa tomba vuota ci ricorda che non dobbiamo avere paura, che crediamo in un Dio vivo, che la vita che ci attende non finisce con la morte, che ci ritroveremo insieme di nuovo nella vita nuova…
Forse è la suggestione, forse è la capacità oratoria della guida, forse è la stanchezza delle giornate che abbassa le difese…non so, ho deciso di fidarmi, e mi ritrovo commossa a entrare nel Sepolcro, pochi secondi e il monaco ortodosso ci invita a uscire..Rifiato e ascolto le emozioni, non è suggestione, non è la capacità oratoria della guida, non è la stanchezza, è la bellezza di scoprire che quello che già sai, che quella tomba è vuota, che la vita ha vinto, è vero!
Prima di dormire ripenso a quanto ci ha detto Anna prima della partenza: non si torna dalla Terra Santa uguali a prima…ora ho capito cosa intendeva…
1 commento
Quella commozione di cui parli è un regalo anche per noi!
Spero di incontrarvi quanto prima per toccare con mano il cambiamento che avete ricevuto nel cuore!