31 dicembre! Anche oggi il livello d’intensità della giornata è stato molto alto.
Ci siamo svegliati presto per raggiungere in pullman il deserto di Giuda. Il suo aspetto è molto diverso da quello del nostro immaginario comune: non ci sono né dune, né sabbia ma una distesa enorme di rocce scavate dall’acqua nei millenni. Addentrandoci in questo luogo, abbiamo camminato lungo la stessa strada percorsa dal Buon Samaritano nella parabola e siamo arrivati al monastero di San Giorgio in Koziba. Questo monastero, gestito da cristiani ortodossi, risale al V secolo d.C. e presenta al suo interno la Grotta di Elia. In questo luogo, secondo la tradizione, il profeta si rifugiò nell’attesa di udire nuovamente le parole di Dio che, infine, giunsero a lui nel sussurro di una brezza leggera.
Usciti dal monastero ci siamo soffermati un po’ di tempo nel deserto per meditare sul significato che questo luogo ha per la storia di Israele: luogo per la riscoperta della propria identità ma anche luogo della tentazione. Per risalire quella tortuosa strada tra le rocce qualcuno ha colto l’occasione di provare i “taxi” del deserto: piccoli asini guidati da insistenti beduini…
Nel pomeriggio ci siamo trasferiti a Betlemme. Per raggiungere la città, con qualche timore dovuto al check-point, abbiamo attraversato il muro che separa Israele dalla Palestina. L’ingresso in città è stato piuttosto difficoltoso…centinaia di persone si erano radunate per una manifestazione in piazza: polizia, bandiere…ti viene in mente la comunicazione di ViaggiareSicuri con la nota “evitare gli assembramenti di persone” … ecco, appunto!
La tappa principale del nostro tour è stata la visita alla Basilica della Natività. La piccola porta d’ingresso obbliga ogni fedele a piegare profondamente il capo, a farsi piccolo di fronte alla grandezza che si cela in quel luogo.
La gestione di questa basilica, condivisa tra Cristiani Cattolici e Ortodossi, ci ha imposto attenzione e rispetto degli spazi. Lentamente ci siamo disposti in fila per vedere e toccare la stella argentata e la terra in essa contenuta, il punto in cui la tradizione ritiene sia nato Gesù. Accanto ad esso abbiamo osservato la mangiatoia nella quale era stato adagiato un piccolo Gesù Bambino dalla pelle olivastra e i capelli scuri.
Rientrati a Gerusalemme, abbiamo celebrato la S. Messa di ringraziamento nella Basilica del Convento dell’Ecce Homo presso il quale soggiorniamo in questi giorni. Durante la celebrazione, mentre don Fabio leggeva il Vangelo, il muezzin, dal vicino minareto, ha iniziato il suo richiamo alla preghiera per tutti i musulmani della città: ascoltare la Parola del Signore e, nello stesso tempo, udire le invocazioni in arabo è stato un segno della Provvidenza di Dio che si manifesta non solo nelle cose grandi ma anche in questi piccoli gesti d’amore.
Infine la serata… In una sala messa a nostra disposizione abbiamo chiacchierato, cantato e ballato. Il tutto con l’accompagnamento di un pianoforte magistralmente suonato da Milo. Sulla tavola non mancavano cioccolatini, torrone, spumante ma anche mandorle, frutti di sicomoro, datteri e frutta essiccata.
Un minuto prima della mezzanotte ci siamo tutti spostati sulla più alta terrazza del convento.
Davanti a noi lo spettacolo di Gerusalemme di notte, con le sue case bianche, i minareti e le luci.
Seppur lontani (e con un’ora di anticipo rispetto all’Italia) tanti auguri di Buon Anno a tutti!!!
i giovani pellegrini
1 commento
Grazie per la condivisione che mi porta a essere un pochino lì con voi… grazie!